TOFANA DI ROZES: L’UNIVERSO SI ESPANDE
L’UNIVERSO SI ESPANDE
MA NON SOLO SI ESPANDE. ACCELERA
Mi sono imbattuta in Ersilia Vaudo Scarpetta, astrofisica dell’Agenzia Spaziale Europea nel podcast di Mario Calabresi, Altre Storie.
E nella descrizione che lei fa del cosmo “SIAMO UNA BOLLA DI CHAMPAGNE COSMICO” io mi sono trovata immersa mentre all’alba risalivo le ghiaie lucenti del versante nord della Tofana di Rozes.
La Rozes la scorgo da casa ogni qualvolta mi affaccio alla finestra, fantasticando sul momento in cui riuscirò a salirla dopo averla circumnavigata più volte. Non amo particolarmente salire le vette delle montagne: non sono mai banali, le loro sommità sono instabili, le ghiaie mosse e i panorami che si scorgono talmente importanti da farmi perdere i termini di paragone con cui mi confronto ogni giorno.
Sono trascorsi vent’anni da quando mi sono trasferita in Ampezzo e 52 anni per raggiungere la cima della Rozes. Non è così importante che lo facessi ma ne avevo curiosità.
Salendo questo minuscolo tratto di cresta che delimita la cima, mi sentivo il punto focale di un potente obiettivo quadrangolare che catturava ad una velocità spaventosa tutto lo spazio circostante; più lontano io guardassi, più lontano veniva rapita la mia visione. Anch’essa, come l’universo, si espandeva.
Non è importante salire le cime delle montagne,ma ogni tanto è necessario
per comprendere che ciò che vediamo lontano, apparirà sempre più lontano
e ciò che vi è vicino sfuggirà anch’esso
rapito dal quel criminale impunito che è il tempo,
come lo cita il poeta Franco Erminio.
NOI SIAMO UNA BOLLA DI CHAMPAGNE COSMICO
_ Ersilia Vaudo Scarpetta _
“Il 1 Agosto 2024 è il giorno in cui finiamo le risorse rinnovabili
che la Terra è in grado di produrre
e che ci mette a disposizione in un anno.
Ogni anno l’associazione no profit Global footprint network (Gfn),
che si occupa dello sviluppo di strumenti per promuovere la sostenibilita,
calcola la data entro la quale questo fenomeno accade.” @lifegate
OGGI É IL 31 LUGLIO 2024.
Nel 1972, anno in cui io sono nata, 52 anni fa, l’Overshoot Day era il 27 dicembre.
In una cinquantina di anni abbiamo raddoppiato il nostro debito verso il pianeta Terra.
Io sono cresciuta felicemente negli anni ‘80 e ‘90 dell’ incoscienza: si produceva e si consumava senza porsi domande.
Era bellissimo il mondo patinato di quegli anni. Ma per mia fortuna io ho solide radici rurali, sognavo l’Alta moda e Milano
ma imparavo l’arte minuziosa del mettere un punto d’ago dietro il successivo, dal rigore frugale dei miei nonni sarti.
Oggi vedo quegli anni all’interno di una parentesi lungo il righello temporale della mia vita:
anni lontani dalla mia infanzia e altrettanto lontani dalla consapevolezza di oggi.
LA CONSAPEVOLEZZA NON È AFFARE DA GIOVANI.
Oggi vivo in alto. In un alto che sta sempre più somigliano alle mie Terre di Mezzo friulane.
A pochi metri di quota più in basso si piantano vigne.
L’aumento delle temperature medie nella provincia di Belluno è tra i più significativi e stabili.
Insomma, ho il presentimento che non vi sarà più un alto dove rifugiarsi;
è opportuno cercare di apprezzare il basso, i concetti realistici,
le domande scomode, le temperature asfissianti, i vini dolci.
Scendo la lingua di cresta della cima della Tofana di Rozes, sferzata dal vento
in questa ultima giornata di luglio.
Sono in debito con la Terra per la meraviglia di un orizzonte visto da una cima.
Domani 1 agosto, lo sarò ancora di più.
TOFANA DI ROZES _ cima 3225 m
IL NOSTRO ITINERARIO
Siamo partiti prestissimo al mattino. Alle 5 eravamo al Rifugio Dibona 2037m,
dove si giunge in auto. Si raggiunge in un paio d’ore il Rifugio Giussani 2580m
per comodo sentiero.
Da qui il sentiero per la cima si dipana sui ghiaioni.
Come tutte gli itinerari per la cima, non va sottovalutato: le ghiaie sono mobili, instabili, le cengie sporche,
mai fortemente esposto ma necessità di una buona stabilità fisica e mentale
soprattutto nell’ultimo tratto prima di giungere in cima dove le pendenze sono accentuate.
La cima è ampia, spettacolare, la croce imponente.
Se avete modo di dormire al Rifugio Giussani
e affrontarla il giorno dopo, consiglio l’avvicinamento attraverso
la SCALA DEL MINIGHEL
(di questa scala per il Paradiso, leggete QUI)