Cycling memories
"Le persone più tristi sono quelle che non sanno usare il proprio talento! " _ Truman Capote_
Maiorino Venier fu sarto, autoritario e autodidatta. E avrebbe desiderato che suo figlio seguisse le sue orme. Asco, a modo suo, sarto lo è diventato...si è cucito addosso un abito, un abito intriso di passione come la catena intrisa d'olio, fatto di raggi, ruote e ingranaggi. Lo ha indossato cinquanta anni fa e lo porta ancora! Autoritario e anch'esso autodidatta. Attraversato il negozio, la taverna: un fogolar, un tavolo apparecchiato con bottiglia e bicchieri, un lavabo in pietra come non se ne vedono quasi più, una serie di pentoloni in ottone e un mondo di trofei vinti in ogni angolo ciclistico del Friuli dai ragazzi che corsero per lui; eccolo, in officina...eccolo, vestito dello stesso abito intriso di passione, probabilmente più burbero, meno paziente e più sincero di allora. Non aspettarti un complimento, non che ne sia avaro, semplicemente non ritiene di averne bisogno. Ma se hai passione di ciclismo, di quel ciclismo anni 70-80, dai colori sbiaditi,dalle riprese televisive che sembrano accelerate, in cui tutti si sporcavano le mani sulle proprie biciclette, siediti e ascolta.
Maiorino Venier fu mio nonno. Asco Venier è mio padre. Ha percorso cinquanta anni della sua vita appresso ad una bicicletta senza mai apparire triste, guardando entrare e uscire dalla sua officina cinquanta anni di storia del ciclismo, trainando un attività attraverso gioie commerciali e dolori fiscali.
Era il 1963: Balmamion vinceva il Giro d'Italia su bici Carpano; Jacques Anquetil vinceva il suo quarto Tour de France e, nello stesso anno, la Vuelta a Espana con un telaio Gitane e componenti Campagnolo, che al tempo vantava un unico cambio corsa, il Gran Sport; le biciclette da corsa erano poco più che bici da turismo adattate prodotte in serie, il pensiero innovativo di specializzazione e tecnologia applicate alle bici dei professionisti si diffonderà solo negli anni 90 con i successi di atleti americani quali ad esempio Greg Lemond; Look non aveva ancora prodotto i pedali a sgancio rapido, si correva quindi ancora con i piedi ancorati alle gabbiette; Shimano stava ancora gettando le basi per lo sviluppo di componenti che potessero sfidare l'egemonia di Campagnolo; Sram non esisteva ancora...
Probabilmente per tutto questo ci vuole Amore.
Come dice Gramellini in un suo racconto apparso su Vanity Fair:
"INNAMORARSI. Ecco la parola che non mi veniva. Innamorarsi, uscire da quello stato di depressione collettiva, per cui oggi è sempre peggio di ieri e però meglio di domani....., esplorare l'ignoto senza porre limiti all'immaginazione. Esattamente ciò che succede quando ci si innamora, ricordate?"
INNAMORATEVI, quindi ! Anche di una bicicletta!