Zona di guerra

L’UNICA COSA CHE IMPARIAMO DALLA STORIA
È CHE NON IMPARIAMO NIENTE.
CONTINUIAMO A RIPETERE GLI STESSI ERRORI
IN CIRCOSTANZE DIVERSE.

_ JAVIER CERCAS, scrittore spagnolo dal podcast ALTRE STORIE di Mario Calabresi _

 

Una Tofana di Rozes tra le nuvole asseconda i miei pensieri all’uscita delle gallerie del monte Lagazuoi _ ©GIUSEPPE GHEDINA

 
 

"Zona di guerra 19-5-17
Caro Padre se avessi sentito e visto che sorta di bombardamenti, pareva l'inferno, ma io ho dormito lo stesso dopo 6 o 7 giorni che non dormivo, quando verrò a casa racconterò tante cose. Io sto bene...adesso sono contento e tranquillo che so che state bene, era l'unico mio affanno sebbene mi trovo a pochi passi dalla linea del fuoco...Adesso termino perchè sono chiamato dal Tenente a giocare al pallone, qui si gioca e a pochi passi si combatte ma anche noi siamo sempre pronti...Venier Antonio"

"Zona di guerra li 18-6-17
Caro Silvio eccomi finalmente al fronte dopo tanto girato è venuta anche la mia volta. Non poter fuggire, il destino ha voluto così succeda qualunque cosa sono rassegnato per me, ma quando penso a casa credimi Silvio provo un affanno e un dolore che non puoi immaginare. La vita di trincea per me è nulla in confronto, non giova nulla, coraggio fin che la va. Domenica 10 sono stati Nene, la mamma e lo zio a Camino a trovarmi e potei stare solo 4 ore in compagnia, perchè tocco partire, puoi immaginarti e basta....ma sono contento tanto, io sto bene ....Venier Antonio

"Zona di guerra 2-10-1917
Caro Fratello,
con questa mia cartolina ti faccio sapere che il giorno 25 Settembre sono rimasto ferito alla gamba e al braccio destro da pallottole ...però sono rotti e così ne avrò per lungo tempo sperando sempre di guarire perfettamente, io mi do coraggio e tu non pensare male... Spero in breve di vedere qualcuno di casa...Venier Antonio"
 

Queste lettere le custodì Ada Venier, mia nonna, in una piccola busta bianca
tra le sue cose più care per tutti i suoi 100 anni;
nata il 4 febbraio 1912, decise di lasciarci il 5 febbraio 2012.
Venier Antonio fu suo padre. Non sopravvisse alla Prima Guerra Mondiale.
(N.3 10 1884 M.29 10 1917)

 
 
 
 

La croce di vetta al Monte Lagazuoi. Il legno che sostiene il Cristo omaggiato di piccole monete. PHOTO ©GIUSEPPEGHEDINA

La grande caverna d'ingresso alla galleria _ sullo sfondo Lastoi de Formin, Croda da Lago e Averau _ PHOTO ©GIUSEPPE GHEDINA

 

 

LA STORIA NON SI FA SUL FUTURO

Alessandro Barbero, storico e scrittore riassume ancor più di Javier Cercas il concetto che illumina il mio fervore riguardo la storia. Più mi incuriosisce il passato, più scopro che il mio futuro prossimo è già accaduto.
Questa sensazione di sliding door temporale trova ulteriore conferma nelle parole dell’astrofisica ERSILIA VAUDO SCARPETTA ascoltate in un episodio di ALTRE STORIE, un podcast di Mario Calabresi (ascoltalo QUI )

“Una notte stellata sono tanti punti di passato
in un unico buio;
quei punti sono un’istantanea,
una Polaroid scattata in un passato diverso.
Più lontano noi guardiamo,
più lontano guardiamo nel passato.”

Vi può illuminare l’esempio che Ersilia ci descrive:
“Quando noi stiamo condividendo un tramonto con qualcuno, condividiamo il presente ma quel tramonto non c’è più da otto minuti.”

“Noi abbiamo i superpoteri solo guardando
un cielo stellato
di guardare indietro nel tempo.”

 
 
 
 

All'interno delle gallerie del Lagazuoi _ PHOTO ©GIUSEPPEGHEDINA

 
 

abbiano visitato nuovamente le gallerie dopo circa 15 anni dalla mia prima volta, perchè vorremmo portaci nostro figlio Samuele e desideravamo andare in avanscoperta. All’interno di questi cunicoli, che ad un certo punto salgono a spirale, Giuseppe si interroga su come siano riusciti in quegli anni, senza le tecnologie attuali, ad essere così audaci e precisi. Scavare senza punti di riferimento se non l’arguzia e l’esperienza.

Nel silenzio dove solo le gocce d’acqua che scendono lungo le pareti e i gradini, ti fanno da eco, scavi nel buio e comprendi il privilegio della luce.
piu di cent’anni fa, quegli uomini e noi oggi, affacciati a poche finestre, ci facciamo confortare dalle stelle, luce di qualcosa che è gia passato.

 
 

GALLERIE AL MONTE LAGAZUOI
CARTINA TABACCO 03

Visitare le numerose testimonianze della Grande Guerra presenti in Dolomiti è meravigliarsi della potente capacità di adattamento degli uomini per la sopravvivenza. Per me è  sempre un tuffo al cuore...
  La galleria italiana al Lagazuoi fu costruita durante la Grande Guerra nel tentativo di conquistare la cima del Piccolo Lagazuoi. Attraverso questa galleria fu possibile portare quantità tali di esplosivo che fecero saltare letteralmente in aria l'anticima nel giugno del 1917, colpendo la postazione austriaca che ne presidiava la vetta. Conservata e attrezzata perfettamente è visitabile sia in salita se escursionisti esperti, sia in discesa utilizzando la funivia per raggiungere il Rifugio Lagazuoi
Nell'ottobre del 1915 grazie all'azione del Maggiore Ettore Martini gli italiani conquistarono una cengia che divenne una postazione importantissima per disturbare l'azione austriaca. Una vera roccaforte attrezzata con cucina, ricoveri, centrale telefonica, infermeria. Visitabile anche essa con una piccola deviazione.

Per maggiori info sull'itinerario vi consiglio la relazione di
PlanetMountain.com o di Lagazuoi Dolomiti

 

La postazione italiana alla Cengia Martini_ P H O T O ©GIUSEPPE GHEDINA