TORRE TOBLIN
Forse camminare costantemente sugli spigoli
aiuta ad esorcizzare la precarietà della vita.
Ci sono luoghi dove è opportuno tornare a distanza di tempo per constatare quanto, non essi, ma noi siamo cambiati.
Incuranti della folla che fa da cornice incessante alla principale attrazione del luogo, noi prediligiamo mete minori, ai confini.
Torre Toblin non desta particolare attenzione trovandosi nientemeno che al cospetto della mole maestosa delle Tre Cime di Lavaredo.
Ma se provate a sporgervi dalle forcelle del Paterno, coglierà la vostra attenzione svettante alle spalle del Rifugio Locatelli
Fateci caso. Esiste un filtro all’inizio di ogni ferrata. Un passaggio che vi indica il grado di difficoltà che andrete a superare percorrendo l’itinerario.
Fateci caso…questo filtro esiste anche nella vita. Gli imprevisti su cui tanto imprechiamo a volte non sono altro che attenti tasselli di prove più ardue. Nel tempo ho appreso che gli imprevisti vanno considerati attentamente dall’esterno, affrontati con fiducia e archiviati. Perché seppur successivamente ci sembrerà non aver mai attraversato la situazione, la nostra memoria storica come quella motoria, ci tutelerà dagli sbagli improvvisi.
Ho percorso questa ferrata diversi anni fa; ne conservavo un ricordo in particolare legato ad uno stretto passaggio in camino ma non ricordavo l’itinerario aereo, le scalette verticali svettanti all’aria e la curiosità del sapere dove porterà la prossima scaletta.
Ma ricordavo la leggerezza d’animo con cui l’affrontai.
Forse era solo la maggior confidenza con l’ambiente che avevo in quegli anni, in cui l’andar per monti era una costante quasi quotidiana.
Ora le mie ferrate conoscono l’ansia della vigilia, la trepidazione all’attacco ma lungo quelle scalette quel divertente senso di gioco che rende divertente camminare sugli spigoli, ha vinto sull’oppressione dei doveri che costantemente negli anni lievitano.
La FERRATA A TORRE TOBLIN si sviluppa sul versante Nord della Torre.
Dal Rifugio Locatelli si sale il sentiero 105 che porta all’attacco. Vestito l’imbrago, un passaggio orizzontale ben attrezzato da fume metallica impegnerà immediatamente le braccia e la tecnica, permettendo di giungere al punto in cui l’itinerario si svilupperà verticalmente in un susseguirsi di scalette, a volte molto aeree, fino in cima.
Un unico passaggio in camino, a metà itinerario, costringerà a farsi sottili sottili per poter passare.
Un ricordo della mia prima ascensione, vede la sventurata signora tedesca dalla mole importante, in estrema difficoltà nel riuscire a salirci; gentilmente ci cedette il passo.
Giunti in vetta, la vista sulle Tre Cime di Lavaredo è grandiosa e la sensazione di essere in un punto privilegiato, è evidente.
La discesa si svolge su un itinerario differente, tra cavi metallici e passaggi su rocce lungo il versante Nord Est
Per ulteriori informazioni vi consiglio la descrizione tecnica di VieFerrate.it
Le ascensioni nel territorio delle Tre Cime di Lavaredo sono spesso per noi un pretesto per raggiungere il Rifugio Pian di Cengia: la posizione che domina le cime di Sesto e la Croda dei Toni, la cordialità dei gestori, i canederli serviti nel pentolino, il miglior kaiserschmarren che io abbia mai mangiato.