In death I am born
“Le mani sono un estensione della mente.
Credo che siano lo strumento perfetto.
Non c’è niente in natura che possa emulare le mani.”
Dario Pegoretti
Lui non c’è più .
Ma tutto di lui è rimasto. Nei suoi attrezzi, nel suo disordine, nelle scatole di cartone in cui usava mettere i gruppi smontati, in quel suo cassetto, sotto il banco dell’officina, in cui piccola minuteria ciclistica introvabile fa compagnia a vecchie prese di corrente, adesivi, bottoni. Le scritte fatte a mano su fogli di fortuna o su lavagnette magnetiche incoraggiano a nuovi progetti. L’ammassarsi di pezzi, dalle guaine ai capicorda, ai vecchi attrezzi, hanno rubato posto ad una buona parte dello spazio dedicato al lavoro sul suo banco officina. Le ruote smontate per chissà quale motivo, giacciono ancora a terra, sotto il piccolo sgabello in legno dondolante su cui lui aveva fissato il centraruote. Lì si sedeva accovacciato con la sua mole imponente a tessere equilibri radiali. E sedeva me quando desiderosa di apprendere questa magia, mi metteva a smontare ruote, in un infinito svitare nipples al quale mi arrendevo per noia. L’avvitatore era destinato sono a lui, io facevo tutto a mano. Non riuscii mai ad apprendere da lui come costruire una ruota, né come centrarla, né come regolare un cambio, né come sistemare un freno. Non che non me lo avesse spiegato, ma la sua velocità era tale da non permettermi di percepirne i passaggi. Qualcosa di importante continuava a sfuggirmi al punto da incolparlo, un giorno, di non aver voluto condividere con nessuno il suo lavoro.
La meccanica è per buona parte osservazione ma è una pratica che include regole imprenscindibili. I fondamentali da cui non si può discernere, erano per lui così radicati da non permettergli di esprimerli. L’apprendimento delle nozioni fondamentali si attiva per sliding door. Sì, porte scorrevoli: se il pensiero si attiva in una certa direzione, gli sarà permesso di apprendere il passaggio successivo. Questo lo comprendo solo ora.
Era passato poco tempo dal momento in cui mio padre morì. E io presi una decisione che non avrei mai preso se lui fosse ancora qui. Mi iscrissi ad un corso di specializzazione per la costruzione e la centratura delle ruote. Fu una rivelazione. Quello strano micro mondo di equilibri che ha come risultato una ruota mi era stato svelato . Nulla era più come prima .