Il lago del Sorapis : the magic lake
"E’ piovuto il caldo. Ha squarciato il cielo
Dicono sia colpa di un’estate come non mai
Piove e intanto penso. Ha quest’acqua un senso
Parla di un rumore
Prima del silenzio e poi…
E’ un inverno che va via da noi.
Allora come spieghi questa maledetta nostalgia
Di tremare come foglie e poi di cadere al tappeto?
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?..."
Come foglie _ Malika Ayane
Nei versi di questa canzone è contenuta l'intera sensazione della mancanza di stagione qualora parliamo di acqua e del rapido mutamento climatico in corso.
Ritenere la meraviglia di un lago alpino scontata, può essere segno di superficialità.
L'acqua è un bene universale qualora ognuno di noi, nel nostro piccolo, impara a salvaguardarla e rispettarla, insegna ai propri figli ad essere parsimoniosi con essa.
Un giorno lessi: Quando butti un sasso nell'acqua, la superficie si muove e tutto si confonde. Poi l'acqua torna calma, ma quel sasso è lì,
e l'acqua lo sa.
Se riteniamo che l'acqua possa avere una memoria, è più probabile che le nostre azioni nei suoi confronti siano più consapevoli.
Visitare il Lago del Sorapis in periodi di poca frequentazione (maggio-giugno / fine settembre-ottobre se la stagione lo permette) è scrivere una pagina nell'album dei ricordi.
"Ma la vista piu grandiosa del gruppo è da Nord, dal lago di Misurina. Esso appare di là in forma di spettacolosa muraglia, chiazzata qua e là di neve, ergentesi sul candore dei ghiacci quale erta scalea di titanica arena. Singolare e selvaggio è questo circo glaciale: le sue acque di fusione, dopo avere in parte alimentato il piccolo ceruleo Lago di Sorapiss m.1923 (ettari 2,6; profondità m.2,6) scavato nella roccia e senza emissari superficiali, o essere defluite dalle morene in depressioni o pozze calcaree, raggiunta per via sotterranea la grande soglia rocciosa del ripiano glaciale, escono nell'alta sonante cascata Il Piss... Dalla detta cascata è derivato il nome di montagna "sora el piss". "
_ Antonio Berti - Dolomiti Orientali Volume 1 _
Al di là della descrizione data dal linguaggio visionario del Berti, visitare il Lago del Sorapis, percorrervi il perimetro e salite la Ferrata Vandelli è godere di una vista da mondo in miniatura. E va fatta pace con l'acqua, ricordandosene ogni volta che apriamo un rubinetto.
Come disse Michele Serra in un suo articolo sull'urgenza del problema, l'acqua non può essere un rapido alternarsi di ON e OFF, tutto quanto sta a monte e a valle della quotidianità organizzata, non deve diventare impercepibile.
IL NOSTRO ITINERARIO:
(carta tabacco 03)
Il sentiero più frequentato per raggiungere il Lago del Sorapis è il 215 (anche Alta Via n.3) dal Passo Tre Croci (1791m). Il sentiero non presenta un gran dislivello e si percorre in circa 2 ore. L'unica difficoltà è la risalita di un costone roccioso sotto le Zimes de Marcuoira, attrezzato con comode scalette e il successivo passaggio in cengia la cui esposizione può disorientare chi soffre di vertigini. Entrambi i tratti sono attrezzati con cavi metallici. Il Lago del Sorapis appare subito dopo aver superato il bivio che a sinistra porta al Rifugio Vandelli (1928m).
Per chiudere l'itinerario in un anello, il rientro può avvenire raggiungendo, attraverso il sentiero 216, Forcella Marcuoira (2307m), da qui lungo il sentiero 213 scendere a Tardeiba e di nuovo a Passo Tre Croci.
La Ferrata Vandelli che si può affrontare partendo dal rifugio, è un punto panoramico esclusivo. Un'ottima descrizione dell'itinerario la trovate QUI. La normale prosecuzione alla Ferrata Vandelli è il Sentiero 243 Carlo Minazio di cui potete leggere il mio racconto QUI. Conduce attraverso luoghi poco frequentati a Forcella Grande, sopra San Vito di Cadore. L'intero itinerario è molto lungo, richiede un intera giornata di cammino ed è consigliata ad escursionisti esperti. (Possono essere utili alcune note di chi l'ha percorso che potrete trovare QUI)
GUARDA IL MIO ITINERARIO SU STRAVA
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