PASSO GIAU PER COLAZIONE

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PERDERSI IN UN BOSCO E RESPIRARE

TUTTO QUELLO CHE MUORE,
NUTRE LE RADICI.
”UN ALBERO SPINGE LE RADICI NEL FONDO DEL TERRENO.E TUTTAVIA SVETTA ALTO NEL CIELO;
CI DICE CHE PER AMBIRE A QUALCOSA DI ALTO
BISOGNA ESSERE BEN PIANTATI NEL TERRENO E PER QUANTO ALTI ARRIVIAMO,
È SEMPRE DALLE RADICI CHE CHE ATTINGIAMO IL NOSTRO SOSTENTAMENTO.”

_Wangari Maathai, attivista e fondatrice del Green Belt Movement, Premio Nobel per la Pace 2004_


Nelle antiche credenze montanare, il larice era l’albero con cui dialogare
per lenire le angosce, calmare la tensione nervosa, fugare il senso di paura.
Il larice era considerato un albero buono
che aiutava l’uomo quando questi ne aveva più bisogno:
PUÒ CAPITARE DI TROVARSI IN UN BOSCO DI LARICI
QUANDO IL VENTO SOFFIA PREPOTENTE E DI NON AVERNE PAURA.
ALZARE GLI OCCHI AL CIELO E SCORGERE LE CHIOME PIÙ ALTE
CHINARSI VERSO DI NOI A RASSICURARCI.

“DOPO L’ABETE ROSSO, IL LARICE È LA CONIFERA PIÙ DIFFUSA DELLE ALPI, DOVE FORMA BOSCHI PURI ANCHE DI NOTEVOLE ENTITÀ.
ANCHE LA MUSICA DELLA BREZZA E DEI VENTI HA UN SUONO DIVERSO NEI LARICETI RISPETTO AI BOSCHI DI ALTRE FORMAZIONI FORESTALI:
È DOLCE, VIBRANTE, SOLENNE, COMUNQUE, MELODIOSA.”
_ DAL LIBRO IL LARICE, DINO DIBONA _

Ci dice anche che i boschi sono una comunità.
E sopravvivono per la loro socialità e cooperazione.
È fondamentale mantenere vivo il più possibile ogni elemento,
sostenere i più deboli, preservare l'insieme.
Nel momento in cui un albero viene abbattuto dagli eventi o dalla vecchiaia, contribuirà a nutrire il terreno attraverso la rete funginea detta MICELIO,
che trasporta, ridistribuisce tutto ciò che muore.
Si comporta esattamente come il nostro sistema sanguigno
e questa rete nutre tutta la vita del globo.


Un bosco ci insegna che la morte e la decomposizione
sono il primo tassello verso la vita .

P R O P S di SOTTOSOPRA, Cortina d’Ampezzo

LUNGO UN UNICO RAMOSCELLO,
IN PRIMAVERA, È POSSIBILE SCORGERE
TUTTA LA VITA DI UN LARICE PERCHÉ IN ESSO
 COESISTONO LE NUMEROSE GEMME CHE DIFFERENZIANDOSI,CREANO GLI ORGANI RIPRODUTTORI,
LE FOGLIE, IL PROSEGUIMENTO DEI RAMI.

LA BELLEZZA
DELLE GIMNSOSPERME FEMMINILI 
CHE COME PREZIOSI MONILI COLORANO I RAMI,
 NON PASSA INOSSERVATA NEI BOSCHI
ANCORA RADI E BRULLI SUL FINIRE DI APRILE.

CONSERVO IL LORO COLORE
RACCOGLIENDONE ALCUNI IN UN VASO,
LI COSPARGO DI ZUCCHERO
E LI LASCIO AL TEPORE DI UN BALCONE AL SOLE.
LO SCIROPPO DOPO BREVE TEMPO
NE PRESERVERÀ I PROFUMI AROMATICI.
LE GEMME MI RIPORTERANNO
IN UN BOSCO A PRIMAVERA
QUANDO,TUFFATE IN UN GELATO D’ESTATE, NE VORRÒ SENTIRE LE BREZZE.

La ricetta che segue è il modo più semplice
che io ho incontrato
per raccogliere i profumi balsamici della primavera.
La riporto fedelmente dal sito
di linda lomellino
callmecupcake.com


sciroppo di strobili di larice

INGREDIENTI


1 1/2 TAZZA DI STROBOLI DI LARICE
235 g DI ZUCCHERO SEMOLATO
1 TAZZA D’ACQUA
3-4 MIRTILLI (si possono omettere)
UNA SPRUZZATA DI SUCCO DI LIMONE


  • Iniziate staccando le cimette dai rami, avendo cura di eliminare tutte le parti verdi. Mettete le cimette in un colino e sciacquatele con acqua fredda. Mettete le cimette pulite in una ciotola capiente.

  • In un pentolino unire lo zucchero e l’acqua e far bollire il composto. Mescolare delicatamente finché tutto lo zucchero non si sarà sciolto.

  • Se lo si desidera, aggiungere alcuni mirtilli allo sciroppo (solo per il colore!) e una spruzzata di succo di limone fino a raggiungere il colore desiderato.

  • Lasciare raffreddare il composto finché sarà tiepido, quindi versarlo sugli stroboli. Lasciare a temperatura ambiente per 2 ore, poi coprire la ciotola e riporre in frigo per altre 12-18 ore.

  • Versare lo sciroppo attraverso un colino a maglia fine in un contenitore pulito con un coperchio a chiusura ermetica. Premere delicatamente gli stroboli con un cucchiaio per far uscire tutto il liquido. Conservate lo sciroppo in frigorifero, si conserva per qualche giorno. Congelalo in contenitori adatti al congelatore se non prevedi di consumarlo tutto in pochi giorni!

    ZUCCHERO AGLI STROBOLI DI LARICE

    In alternativa è possibile conservare gli stroboli in un vasetto alternandoli allo zucchero;
    dimenticare il vasetto su un balcone al sole fino a che lo zucchero si sia completamete sciolto.
    A questo punto è possibile estrarre gli stroboli e utilizzare lo sciroppo nelle tisane o qualche cucchiaino puro per un azione balsamica durante i raffreddori.


Il bosco di Larieto salendo a Passo Tre Croci

I BOSCHI CHE PIÙ AMO A CORTINA D’AMPEZZO

  • Passeggiare nel bosco di LARIETO. In primavera sembra che la natura ti osservi prigra… sa che sei in attesa, quasi infastidito dal non vederla sbocciare. Eppure non appena te ne scorderai ti si presenterà davanti con il suo sorriso smagliante.

  • Visitare il PICCHETO. È il piccolo colle che separa l’abitato di Staulin da Pierosà. Un tempo questo colle era libero dal bosco e dedito all’agricoltura e al pascolo. Nel tempo faggi e larici hanno deciso di conviverci. Sembra che il suo nome gli sia stato attribuito dai militari durante la Prima Guerra Mondiale quando il grosso masso sulla sommità che ancora si può incontrare lungo il sentiero che percorre il crinale, veniva utilizzato come punto di osservazione.

  • Passare un po di tempo a MORTISA e infilarsi nel bosco di VOLPERA; percorrere la Via Crucis fra massi erratici, scesi dalla sovrastante Crepa. È il luogo migliore per perdersi e avere l’intrigante sensazione di non riuscire più a trovare la strada per il ritorno.

    Ma vi assicuro che perdervi in un bosco sarà tra le cose che più ricorderete

  • Non fatevi spaventare dalle nuvole e dalle piogge insistenti in primavera!
    Una buona giacca e delle scarpe impermeabili sono i fondamentali; non salite in quota, uscite a piedi e lasciatevi affascinare da come le foglie egli aghi sappiano raccogliere le piccole gocce d’acqua che appena esce il sole luccicheranno come brillanti.

    In foto Croda da Lago, Cinque Torri e Becco di Mezzodì ancora in veste invernale in questi primi giorni di Maggio